di Zuzana Kirchnerová — Repubblica Ceca, Slovacchia, Italia, 2025, 100 minuti
Drammatico
Con Anna Gaislerová, David Vostrcil, Juliana Ol'hovà, Jana Plodková, Anna Geislerová.
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Trama
Ester, una donna ceca di circa 45 anni, si è occupata per gran parte della sua vita del figlio adolescente David, affetto da disabilità mentale, che non può parlare e ha bisogno di continue attenzioni. La donna è molto legata al ragazzo ma è ormai esausta. Per le vacanze estive viene invitata da alcuni amici in Italia ma il comportamento di David crea numerosi problemi. Dopo l'ennesimo crollo nervoso del ragazzo, la tensione aumenta e le viene chiesto di dormire in una vecchia roulotte parcheggiata in giardino. Per lei è troppo. Non vuole più sentirsi un peso per gli altri. Reagisce così d'impulso, mette in moto il camper e parte assieme al figlio verso il sud del paese. Durante il viaggio il loro destino s'incrocia con quello di Zuza, una ragazza senza fissa dimora che si unisce a loro. E, giunti in Calabria, per la prima volta Ester pensa che la sua vita e quella del figlio possa esserem migliore.
Recensione
C'è un istinto di fuga, di ribellione in Caravan, debutto nel lungometraggio della cineasta ceca Zuzana Kirchnerová che è stato presentato al 78° Festival di Cannes nella sezione Un certain regard.
Si vede nel modo in cui viene inquadrato il paesaggio di questo anomalo e coinvolgente 'viaggio in Italia'. È un film on the road pieno di interruzioni, volontariamente frammentato, ma autentico in un realismo intimo che sottrae il peso della scrittura e sembra girato come se la cineasta avesse in mano una telecamera e filmasse casualmente i momenti più importanti e intensi di un vagabondaggio libero e selvaggio. Uno dei film di riferimento dichiarati per Zuzana Kirchnerová è Senza tetto né legge di Agnès Varda con cui condivide questo inquieto nomadismo e la mancanza di una destinazione precisa. Come nel caso di Monà (interpretata da Sandrine Bonnaire), anche Caravan fa avvertire sulla pelle il disagio, l'oppressione, la ricerca disperata/sognata di un'esistenza diversa della protagonista. Parte come un film di famiglia basato sull'esperienza diretta della cineasta; quando lo ha scritto infatti, era una madre single di due figli, uno dei quali disabile e aveva un desiderio irrefrenabile di scappare, anche soltanto per respirare. Quella è stata proprio la base di Caravan che sottolinea principalmente il contrastato rapporto madre-figlio. Da una parte c'è il suo amore incondizionato, dall'altro le difficoltà e il disagio che provoca la sua presenza a cominciare dalla crisi di David a casa di amici. Non amplifica il suo comportamento. Mostra piuttosto i dettagli e le conseguenze delle sue azioni come le schegge di vetro sul piede di una bambina.