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Prima Visione - da sabato 25 ottobre

La vita va così

di Riccardo Milani — Italia, 2025, 118 minuti
Commedia

Con Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Giuseppe Ignazio Loi.

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Trama

1999. Efisio Mulas vive in una casa sul magnifico mare della Sardegna del Sud, pascolando le sue mucche sulla spiaggia. Sua moglie e sua figlia Francesca si sono trasferite nel paese vicino, Bellesamanna, ma lui non abbandona quella dimora fatiscente che era di suo padre e di suo nonno. E non lo fa nemmeno quando un gruppo immobiliare milanese, che vuole costruire un resort a cinque stelle ecosostenibile proprio lungo quel tratto di costa, gli offre una cifra consistente per andarsene. Gli abitanti di Bellesamanna hanno già ceduto alle lusinghe del gruppo immobiliare, anche perché è stata promessa loro l'assunzione (in ruoli ancillari, naturalmente) nel futuro resort, ma lui ripete che "casa sua non ha prezzo". Dunque l'amministratore delegato del gruppo immobiliare manda sul posto il suo fidato capocantiere, Mariano "il palermitano", per convincere Efisio a cedere. E Francesca si ritrova in mezzo fra la solidarietà verso il padre (e la terra di Sardegna) e l'ostilità della sua comunità.

Recensione

La fotografia di una zona d'Italia isolata (qui letteralmente, trattandosi di un'isola), che deve fare i conti con la necessità di adeguarsi alle esigenze del presente e l'opposta volontà di rimanere fedeli alle proprie radici.

Ultimamente una storia simile a quella di La vita va così (peraltro basato su una vicenda reale) è stata raccontata dal drammatico Anna di Marco Amenta e dal comico-romantico Paradiso in vendita di Luca Barbareschi. Qui la declinazione è prevalentemente di commedia, facendo leva anche su qualche accenno stereotipato (come già in Un mondo a parte), ma si sente un genuino amore per la Sardegna e la sua gente, lo stesso che ha portato il calciatore Gigi Riva (protagonista del bel documentario di Milani Nel nostro cielo un rombo di tuono) a farne la sua terra di adozione.

A Riva Milani, regista e coautore della sceneggiatura con Michele Astori, dedica il suo film, e non sono poche le frecciate agli speculatori edilizi che hanno massacrato la Sardegna, comprando terreni meravigliosi per un pezzo di pane da pastori che non ne sapevano valutare il valore commerciale. Non sappiamo come i sardi accoglieranno il ritratto di una popolazione che "aspetta sempre che venga qualcuno da fuori a risolvere i problemi" e che privilegia le esigenze lavorative (la stessa Francesca fa la receptionist in un resort a 5 stelle) a scapito della tutela del proprio territorio, e a fronte della collocazione permanente in un ruolo subalterno a quel "Nord operoso" che "la ricchezza la porta a casa sua, non a lascia in Sardegna".